Sócrates strappa all'Ue un trattamento privilegiato sul prestito. - Lettera43
Questa volta José Sócrates, ex Primo ministro portoghese che sta traghettando il Paese alle elezioni del 5 giugno, le sue carte le ha giocate bene. Dopo aver invocato il bail-out, ha saputo negoziare con maestria i termini del maxiprestito da 78 miliardi di euro, in arrivo da Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale.
Un colpo così ben riuscito che potrebbe addirittura permettergli di riconquistare il mandato presidenziale.
IL COLPACCIO DI LISBONA. I vertici di Bruxelles, a differenza delle sanguinose manovre di austerity imposte a Irlanda e Grecia (taglio degli stipendi, tasse e aumento dell'età pensionabile), hanno chiesto finora solo un allineamento del sistema finanziario portoghese a Basilea 3. Il 15% del prestito, 12 miliardi, dovrà essere utilizzato per aumentare il patrimonio di qualità delle banche portando il Core Tier 1 al 9% entro il 2011 e al 10% entro il prossimo anno. Nulla di strano, secondo Marco Onado, l'economista italiano interpellato da Lettera43.it. «Se a Lisbona è stato accordato un prestito meno impegnativo», ha detto, «evidentemente aveva già avviato un percorso di risanamento del debito pubblico credibile».
IL PROBLEMA GRECO. Sullo sfondo però restano le difficoltà della Grecia, la grande economia malata dell'Eurozona. Nonostante i tentativi di taglio della spesa pubblica, che hanno causato anche le violente proteste di piazza dello scorso autunno, il deficit 2010 è ancora al 10,5%, più delle previsioni del governo greco, e un rapporto debito pubblico-Pil pari al 140%. Dati tutt'altro che incoraggianti che stanno spaccando gli analisti europei, tra chi sostiene che solo un crac potrà scuotere le coscienze e contringere il Paese ad avviare una ristrutturazione seria del debito, e chi, come Onado, invita a non scherzare con le cure drastiche «che possono ammazzare il paziente».