Agenzia Radicale - Cuba, addio di Fidel: è tempo di riforme: "Cuba, addio di Fidel: è tempo di riforme PDF Stampa E-mail
martedì 19 aprile 2011
castrocahez1.jpgTempo di cambiamenti per Cuba; a 50 anni esatti dalla famosa operazione “Baia dei porci” il paese castrista da il suo addio alla presenza del lìder maximo dalle scene politiche e accoglie le nuove riforme economiche approvate dal Partito Comunista.
Fidel Castro, alla veneranda età di quasi 85 anni, ha ufficialmente dichiarato di volersi ritirare dalla carica di segretario del partito e dalla scena politica del paese, lasciando l’incarico al fratello Raul. In realtà, il fratello era stato delegato già dal 2006 a prendere il suo posto, quando Fidel fu colpito da un grave malore.
“Raul sapeva – dichiara Fidel - che non avrei accettato un ruolo formale nel partito [dopo la guarigione, ndr]; mi ha sempre chiamato Primo segretario e Comandante in capo, funzioni che delegai quando mi ammalai gravemente. Non ho mai cercato di esercitarle, neanche quando recuperai in modo considerevole le capacità di analizzare e scrivere. Credo di aver ricevuto sufficienti onori. Mai ho pensato di vivere così tanti anni; i nemici hanno fatto il possibile per impedirlo, hanno cercato di eliminarmi innumerevoli volte e spesso ho 'collaborato' con loro'.
L’addio del leader cubano arriva proprio in occasione del Congresso del Partito Comunista, che si è riunito ieri e ha approvato una importante e profonda riforma volta a cambiare la natura economica del paese, ma, a detta di Raul Castro, senza cambiarne l’identità socialista.
La riforma prevede circa 300 proposte di cambiamenti nel settore economico, tra cui il taglio di un milione di posti di lavoro statali, la decentralizzazione della gestione del settore agricolo, l’apertura ad investimenti stranieri e l’ampliamento dell’iniziativa privata, tanto da sperare, entro il 2015, di arrivare ad avere 1,8 milioni di lavoratori impegnati nel settore privato, su un totale di circa 5 milioni di lavoratori cubani.
“O cambiamo o finiamo dritti al fallimento” ammise Raul alcuni mesi fa, proprio riferendosi alle riforme ora approvate. Riformare il sistema economico cubano, e non solo, non è stato un compito facile e ci sono voluti 14 anni di tentennamenti e indecisioni (il penultimo Congresso si è tenuto soltanto nel 1997) per arrivare ad una decisione.
In campo politico, inoltre, si è deciso di porre fine ai poteri a vita e di ridurre gli incarichi politici ad un massimo di 10 anni. Un risultato, questo, che “aggiorna” il socialismo, secondo Raul, e “tiene conto delle tendenze di mercato”, così da diminuire la burocrazia e far uscire il paese da una situazione di stallo economico e politico.
MAURIZIO MARTONE