Un default di questo genere non farebbe altro che attivare una spirale di panico finanziario simile a quella del 2008 in seno a un’economia che ancora sta facendo i conti con alta disoccupazione e un mercato immobiliare a pezzi, rispedendo il sistema America in recessione. Non è un caso che il capo della Fed, Ben Bernanke, abbia definito il potenziale fallimento nell’innalzamento del limite di debito “un evento stronca-ripresa”, capace inoltre di affossare i mercati e colpendo così metà dei cittadini statunitensi che detengono titoli.

Il costo del credito salirebbe, dai prestiti d’affari a quelli al consumo fino ai mutui immobiliari, al finanziamento e alle carte di credito e il dollaro si deprimerebbe ulteriormente, rischiando davvero di perdere il suo status di valuta di riserva mondiale. A quel punto la Cina e gli altri paesi che detengono la metà delle securities statunitensi potrebbero cominciare a scaricarle oppure a chiedere interessi sempre maggiori, facendo deteriorare ulteriormente lo stato di salute del debito per pagare quei rendimenti: un circolo vizioso devastante.