Con l’uscita di Zapatero, nuovi scenari per la crisi economica | Costruendo L'Indro: "Con l’uscita di Zapatero, nuovi scenari per la crisi economica
di Andrea Giuricin ⋅
La prima metà di aprile è stata molto complicata nella Penisola Iberica. Il Portogallo è stato costretto a chiedere l’aiuto finanziario dell’Unione Europea per almeno 90 miliardi di euro, mentre in Spagna, dopo 8 anni di mandato, Jose Zapatero ha annunciato di non ricandidarsi alle prossime elezioni del 2012.
Due settimane convulse che hanno dunque cambiato completamente lo scenario sia in Portogallo che in Spagna. Nel primo Paese, il Governo in scadenza stava cercando di resistere alla pressione del mercato, in modo da evitare la ‘figuraccia’ davanti ai propri elettori; tuttavia la situazione era talmente grave, con i tassi d’interesse che si erano avvicinati al 10 per cento, che l’intervento dell’Unione Europea è stato inevitabile. Siamo a tre su cinque Paesi che hanno dovuto chiedere aiuto e il prossimo obiettivo degli speculatori sarà molto probabilmente la Spagna guidata da Zapatero.
La caduta del Portogallo ha infatti un effetto indiretto su tutti i PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna) che ancora non sono caduti.
Il Primo Ministro spagnolo ha annunciato di non ricandidarsi, anche perché i sondaggi vedono il Partito Socialista da lui guidato dieci punti sotto il Partito Popolare di Mariano Rajoy. Il successore di Zapatero sarà Alfredo Pérez Rubalcaba, l’attuale vicepresidente, che gode di maggiore fama nel Paese grazie alla sua lotta vincente contro i terroristi dell’ETA.
L’abbandono di Zapatero è legato all’andamento dell’economia spagnola e alla crisi che sta colpendo il Paese:
- La disoccupazione è stabile sopra il 20 per cento da ormai un anno e non vi sono grandi segnali di recupero.
- La crisi immobiliare ha portato ad appesantire i bilanci delle ‘cajas’, le quali sono in grande difficoltà a trovare risorse da immettere nelle proprie casse.
- Lo Stato, appesantito da un deficit superiore all’11 per cento nel 2009 e dell’8 per cento nel 2010, sta cercando di salvare il settore delle ‘cajas’, ma con il rischio di cadere in buco senza fondo.
La situazione è stata solo alleviata da riforme necessarie, ma molte volte troppo timide che l’esecutivo spagnolo ha effettuato nell’ultimo anno e mezzo. Gli spagnoli rimproverano a Zapatero di non aver visto arrivare la crisi in tempo e di essersi quindi mosso in ritardo. È la ragione principale per la quale l’appoggio al Presidente è ai minimi storici.
Paradossalmente, il leader dell’opposizione, Mariano Rajoy, non ha un buon appeal di fronte all’elettorato, tanto che nei sondaggi il personaggio politico non si discosta molto dai ‘voti’ ricevuti da Zapatero; tuttavia la Spagna ha voglia di cambiare e nel sistema bipartitico non esiste un’altra alternativa al Partito Popolare.
Il cambio al vertice dei socialisti, con l’arrivo di Rubalcaba, cambia la situazione. Difficilmente l’attuale vicepresidente potrà cambiare le sorti del voto del 2012, ma comunque gli equilibri sono diversi dal mese scorso.
Zapatero ha lasciato anche per “effettuare le riforme necessarie per il Paese”. Questa affermazione ha una doppia valenza; da un lato è l’ammissione che quelle fatte fino ad ora, non erano riforme che cambiavano la sorte della Spagna; dall’altro lato si apre una prospettiva nuova per il Governo.
Se l’esecutivo riuscirà a modificare uno dei peggiori mercati del lavoro, riformare il settore delle cajas, evitando di passare da un controllo dei Governi Regionali ad un controllo dello Stato Centrale e tagliare drasticamente il deficit, la Spagna ha la possibilità di centrare l’obiettivo di evitare l’attacco speculativo dei mercati.
L’immagine politica di Zapatero potrebbe cambiare e il leader socialista potrebbe diventare l’uomo politico che ha fatto le riforme in Spagna.
Vi è tuttavia un grosso rischio. Nell’esecutivo la figura di Rubalcaba è sempre più importante. Manovre che necessariamente scontenterebbero l’elettorato a breve termine, avrebbero un impatto negativo sulle già minime possibilità di elezione dell’attuale viceministro alle prossime elezioni.
La situazione rimane molto incerta a livello politico, mentre dopo la caduta del Portogallo e le difficoltà sempre maggiori delle ‘cajas’, diventa sempre più certo che il prossimo obiettivo degli speculatori sarà la Spagna.