Corriere.com - Corriere Canadese Online: "Berlusconi riceve il capo dei ribelli
ROMA - È l’Italia il primo Paese ad accogliere il leader degli insorti libici Mustafa Jalil. Non era scontato, visti i forti legami che Roma ha avuto fino a qualche settimana fa con il colonnello Gheddafi, così come non è scontata l’accoglienza che la diplomazia italiana gli ha riservato. Jalil, leader del Consiglio nazionale di transizione di Bengasi ma non (ancora) capo di uno Stato o di un governo, sarà ricevuto domani dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dal premier Silvio Berlusconi dopo il colloquio in programma in mattinata alla Farnesina con il ministro degli Esteri Franco Frattini. L’arrivo di Jalil è la conferma di come la Farnesina sia riuscita velocemente a risalire la china nei rapporti con gli insorti libici dopo l’iniziale iperattivismo della Francia di Sarkozy, primo Paese a riconoscere ufficialmente il Consiglio di Bengasi come unico e legittimo rappresentante del popolo libico (l’Italia è stato il terzo, dopo il Qatar). La giornata romana del leader dei ribelli sarà inframmezzata da un pranzo alla Comunità di Sant’Egidio. Napolitano, Berlusconi e Frattini ascolteranno attentamente le richieste che Jalil avanzerà oggi. Ma ovviamente non tutto sarà concesso. Da tempo i ribelli chiedono ai Paesi impegnati in Libia la fornitura di armi per contrastare le forze leali al colonnello, così come l’invio di addestratori militari per istruire i propri combattenti. La Farnesina ieri, sulla scia delle conclusioni del Gruppo di Contatto riunitosi a Doha qualche giorno fa, ha ribadito che l’Italia è disposta a concedere «strumenti per l’autodifesa» ma «non armi offensive e tantomeno armi letali».
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