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mercoledì 20 aprile 2011

In Cina, India e Corea 32 nuove centrali a rischio. - Lettera43

In Cina, India e Corea 32 nuove centrali a rischio. - Lettera43:
di Barbara Ciolli

Nonostante Cina e India abbiano annunciato una mortatoria e maggiori controlli sui piani di sviluppo e sulle centrali nucleari, il rilancio dell'atomo procede a pieno ritmo.
Secondo un'analisi del quotidiano China Daily, tra le centinaia di reattori programmati o in costruzione in Asia nei prossimi anni, almeno 32 sono a rischio tsunami: «L'area più sismica al mondo sta vivendo un vero e proprio rinascimento nucleare, programmato per soddisfare i consumi del boom economico e demografico».
CENTRALI A PROVA TSUNAMI. Nonostante i dati dell'Earth observatory of Singapore e delle università internazionali sul progettare impianti nei Paesi che si trovano sulla cintura di fuoco, l'area più sismica al mondo, le potenze in via di sviluppo non retrocedono dal costruirli. Ma pensano, piuttosto, a come progettarli a prova di tsunami: il 21 maggio 201,1 i capi di Stato e di governo di Giappone, Cina e Corea del Sud hanno fissato un summit sulla cooperazione e sicurezza delle centrali, per parlare proprio di «come affrontare insieme le catastrofi».
LA MARCIA NUCLEARE CINESE. La stessa China nuclear energy association, l'agenzia nazionale che sta guidando il piano di espansione più grande al mondo, ha confermato che la moratoria, annuciata nel marzo 2011 dopo la catastrofe di Fukushima, «sospenderà le autorizzazioni per le nuove centrali, per lo meno fino al 2012», ma «senza rimettere in discussione i piani a breve e a lungo termine».
TAIWAN, INDIA E PACHISTAN. Gli impianti (sono almeno 23 i reattori in costruzione nei prossimi anni) «vanno perfezionati e migliorati», ha dichiarato il premier Wen Jiabao.
Nessuna retromarcia neppure da Corea del Sud e Taiwan, altri due Paesi che si trovano lungo le faglie sismiche del Pacifico che hanno varato piano di ampliamento del nucleare. Né da Pachistan e India, dove pure, hanno ricordato gli scienziati, le centrali lungo la costa sono a forte rischio tsunami, come i grandi terremoti del passato hanno dimostrato.