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martedì 26 aprile 2011

CON L' EURO I PREZZI SONO AUMENTATI SOPRATTUTTO AL SUD

CON L' EURO I PREZZI SONO AUMENTATI SOPRATTUTTO AL SUD:


L’euro ha aumentato i prezzi soprattutto al Sud. Se, dal 2001 al marzo 2011, la media italiana di incremento dei prezzi è stata del 22,9%, la Calabria è la regione che ha subito l’aumento più elevato: +29,2 %. Seguono la Campania, con il +28,2 %, la Sicilia, con il +25,1 % e la Puglia, con il +24,6 %. In coda alla classifica, invece, troviamo il Molise (+20,6%), il Veneto (+20,5%) e, all’ultimo posto, la Toscana (+20,2 %).

“La maggior crescita dell’inflazione – spiega Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA Mestre – non deve essere confusa con il costo della vita. Vivere al Nord è molto più costoso che nel Mezzogiorno. Altra cosa, invece, è analizzare, come abbiamo fatto noi, la dinamica inflattiva registrata in un determinato lasso di tempo. Certo, l’euro ha le sue responsabilità, ma riteniamo che la forte impennata registrata al Sud sia legata alla base di partenza dei prezzi che, nel 2001, era molto più bassa nel Mezzogiorno rispetto a quella registrata nel resto del Paese”.

Può essere sufficiente questa spiegazione per giustificare il boom inflattivo fatto segnare dalle Regioni del Sud ?

“Solo in parte – prosegue Giuseppe Bortolussi – a condizionare questo risultato hanno concorso altre criticità molto concentrate al Sud. Mi riferisco al drammatico deficit infrastrutturale, alla presenza delle organizzazioni criminali che condizionano molti settori economici e produttivi, alla poca concorrenza nel campo dei servizi e, soprattutto, ad un sistema distributivo delle merci molto arretrato e poco efficiente.”

Quali sono state le voci di spesa che hanno subito i rincari più forti ?

“Innanzitutto le bevande alcoliche ed i tabacchi. A livello nazionale la crescita è stata del + 54,2%. Altrettanto significativo l’aumento registrato dai costi per la manutenzione della casa e le tariffe dell’acqua e dell’elettricità (+33,6%). Di rilievo anche i rincari registrati nei trasporti (+ 32,6%) e per i prodotti per la cura della persona, le assicurazioni e i servizi finanziari (+31,9%)”.


L’unico settore merceologico che ha subito una diminuzione dei prezzi, sottolineano dalla CGIA di Mestre, è stato quello delle comunicazioni (-27,6%), vale a dire il costo dei servizi telefonici e di quelli postali.

Infine, ricordano dalla CGIA di Mestre, con una spesa media mensile familiare pari a 100, le spese per l’abitazione (27,99), per i mobili e gli elettrodomestici (5,45), per i trasporti (13,76) e per gli altri beni e servizi (assicurazione vita e malattie, servizi finanziari, prodotti per la cura della persona, etc.) incidono del 58% sul totale. Gli alimentari, le bevande ed i tabacchi, invece, solo del 18,88%.