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martedì 26 aprile 2011

Agenzia Radicale - Siria, proseguono proteste e repressione violenta

Agenzia Radicale - Siria, proseguono proteste e repressione violenta:

Non accenna a diminuire la violenza del regime siriano, che si dimostra sempre più feroce e duro nei confronti degli oppositori. Una violenza che, tuttavia, non riesce a fungere da deterrente verso i manifestanti, che continuano a chiedere riforme, democrazia, libertà.

Le cifre vanno prese con le dovute precauzioni: pochissimi i giornalisti occidentali in Siria, molti “dissidenti” che pubblicano notizie su Facebook e Twitter sono in verità fuori dal paese e il gioco sensazionalistico di molti media rende difficile riportare cifre corrette. La chiusura delle frontiere, questa mattina quella con la Giordania, impedisce inoltre l’infiltrazione dei giornalisti e le notizie di “gole profonde” nel paese.

Le proteste di Daraa, la città a sud del paese epicentro e simbolo della rivolta contro il regime di Bashar al-Assad, sono represse con una ferocia devastante: ieri carri armati e blindati militari hanno fatto il loro ingresso nella città, seguiti da oltre 3000 soldati, con la speranza di sedare le proteste con la minaccia di una forte repressione.

Dopo la preghiera di questa mattina, cecchini governativi (secondo quanto riferito da numerose testimonianze riportate dai più importanti media arabi) hanno cominciato ad aprire il fuoco sulle case, impedendo alla popolazione il libero accesso alle strade per paura di essere freddati, e quindi auspicando l’assenza di manifestazioni. Solo questa mattina, riferisce Al-Jazeera, sarebbero 5 i civili morti ammazzati, e il bilancio di morte dall’inizio delle proteste, metà marzo, è di oltre 381 morti tra i manifestanti anti-regime.

E’ innegabile che quello che si sta verificando in Siria sia un vero e proprio bagno di sangue, anche se non si può avere la certezza dell’entità. Non è bastata la revoca dello stato d’emergenza. l’abolizione dei tribunali speciali, le dimissioni pretese da al-Assad di tutto il governo (perfetto capro espiatorio), a placare gli animi dei rivoltosi.

Anche perché, denuncia l’Osservatorio siriano dei diritti dell’uomo, “la prosecuzione della politica degli arresti arbitrari”, avvenuti anche nella capitale Damasco, nel corso di veri e propri raid delle forze di sicurezza, sono la dimostrazione che il regime non è intenzionato a mollare un centimetro.

Molti attivisti e dissidenti siriani si prodigano in questi giorni nella redazione di vere e proprie liste “dei martiri”: secondo tali liste, sarebbero 112 i morti di ieri, tra cui due bambini. La manifestazione di protesta organizzata ieri a Jabla, nel nord-ovest del paese, è stata dissipata a colpi d’arma da fuoco; secondo l’organizzazione per i diritti umani Sawasiah, le forze di sicurezza siriane e “elementi fedeli” al presidente Bashar al-Assad, a Jabla ieri è avvenuto un vero e proprio massacro.

Viene riferita anche l’irruzione militare in casa del dottor Zakariya al Akkad, colpevole di aver rilasciato una dura intervista alla tv panaraba Al-Jazeera. I cortei funebri che si tengono in ogni città della Siria sono oggetto di tirassegno ad opera dei cecchini di al-Assad: dopo il massacro di venerdì scorso, avvenuto sulla manifestazione a Deraa tenutasi dopo la preghiera, ieri la mattanza è continuata sui cortei funebri. Sono tanti a temere che anche oggi il copione sarà identico: a Deraa si terranno cinque funerali.

Qualcosa sta cambiando anche tra i dissidenti. Se inizialmente i rivoltosi hanno creduto di poter contare sul sostegno delle forze di polizia, speranza vana come dimostra la macellazione umana avvenuta nelle settimane successive, ieri, per la prima volta dall’inizio delle proteste, la piattaforma di attivisti e dissidenti che organizza manifestazioni su scala locale ha emesso il primo comunicato ufficiale, in cui si chiede chiaramente la fine del regime Baath, il partito politico al potere da quasi 50 anni, e l’avvento di un sistema politico democratico.

Grazie ai soliti social network il comunicato è rimbalzato in tutto il mondo.

ANDREA SPINELLI BARRILE