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martedì 19 aprile 2011

Agenzia Radicale - Siria: dilaga la protesta

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lunedì 18 aprile 2011

siria2.jpgSi inasprisce la protesta in Siria. Sarebbe di 200 morti il bilancio degli scontri tra forze di sicurezza siriane e manifestanti antigovernativi avvenuti la scorsa notte nelle città di Latakia, Homs e Damasco.

“Sono centinaia anche i feriti e i dispersi – ha riferito ad AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL un attivista siriano per i diritti umani – e il soccorso delle vittime è molto difficile perché ostacolato dalle forze di sicurezza che in alcune città hanno aperto il fuoco anche su ambulanze e contro medici e infermieri”.

Intanto violente manifestazioni continuano a dilagare in tutto il Paese: a Talbiseh le forze dell’ordine avrebbero sparato su un corteo funebre causando 4 morti e una cinquantina di feriti, mentre a Dara, Aleppo e Hirakla nel giorno dell’Indipendenza, la popolazione è scesa in strada intonando canti contro Assad.

A ben poco dunque sembrano essere servite le promesse di riforme e di revoca dello stato d’emergenza - in vigore dal 1963 - del presidente: “il popolo vuole la caduta del regime” intonano i manifestanti riversatisi in strada in queste ultime ore.

“I venti di liberazione e di cambiamento hanno soffiato contro il regime dittatoriale e settario di questo paese – si legge in una dichiarazione dell’Unione delle Tribù e dei Clan Arabi Siriani letta dall’avvocato Sheik Ali Issa Al-Ubeidi, pubblicata sul sito del MEMRI (Middle East Media Research Institute) lo scorso 24 marzo - Il regime ha tormentato il nostro popolo siriano nei modi più orribili, uccidendolo, torturandolo, imprigionandolo e dislocandolo, violando il suo onore e derubandolo delle sue proprietà sia pubbliche sia private'.

'Il numero di vittime che ha causato questo regime criminale supera i centomila martiri, un numero simile di persone risultano disperse e tre milioni di persone sono dislocate – spiega ancora Al-Ubeidi - Le tribù che rappresentiamo, che costituiscono più del cinquanta per cento della popolazione della Siria, dichiarano la rivoluzione contro il corrotto regime di Al-Assad”.

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