Elenco blog personale

sabato 21 maggio 2011

Barbara Di: Non mi convince mica questa guerra alla Libia.

Barbara Di: "Troppi se e troppi ma

Non mi convince mica questa guerra alla Libia.
Nessuna guerra mi piace, ma questa proprio non mi sembrava necessaria.
Dicono che serva a salvare la popolazione civile da Gheddafi. Ma io di questi presunti massacri non sono tanto convinta.
Se le notizie che arrivano sono frammentarie e contraddittorie, non vedo perché dobbiamo dar retta ad una parte piuttosto che all’altra.
E se fossero vere le testimonianze che arrivavano da tanti italiani e stranieri che lavoravano lì, persino dall’ambasciatore, in cui si parlava di una situazione tutto sommato tranquilla e completamente diversa da quella descritta?
L’informazione è sempre di parte, ma non capisco perché dovremmo credere ai cosiddetti ribelli, piuttosto che ai governativi. Io diffido di entrambi e nel dubbio avrei evitato qualsiasi coinvolgimento diretto prima di avere le idee più chiare.
Se davvero è una guerra per motivi umanitari, non capisco perché la Libia sì, ma non lo Yemen, il Bahrein, o ancora prima il Sudan e per tutte le guerre che hanno insanguinato e continuano ad insanguinare tanti altri Paesi africani o asiatici.
Dicono che vogliamo aiutare la popolazione a liberarsi di un dittatore, che lo facciamo per aiutare i rivoluzionari a ristabilire la democrazia.
Ma allora perché l’anno scorso non abbiamo aiutato gli iraniani a liberarsi di Hitlerjad? Oltretutto avevamo ottimi motivi personali, vista la minaccia atomica.
E poi chi ci dice che i ribelli vogliano stabilire la democrazia? Ma, soprattutto, chi sono?
Se fossero stranieri, egiziani infiltrati come si dice, non staremmo aiutando i libici, ma gli stranieri a prendere il governo di un altro Paese, e non mi sembra un buon motivo per fare una guerra.
Se fossero pilotati da Al Qaeda, avremmo ancora meno ragioni per appoggiarli.
Ne ha fatte di cotte e di crude in questi 40 anni Gheddafi, ma ormai si era dato una calmata e aveva tutto l’interesse a tenere fuori dal Paese i fondamentalisti, ed aiutarli a prendere il potere in Libia mi sembra una mossa suicida dell’Europa e degli USA.
Ancora non è chiaro dove andranno a finire i Paesi africani che hanno cacciato, o tentato di cacciare, i loro leader storici, ma non sarei così sicura che vadano per forza verso la democrazia.
Se fossero davvero solo rivolte di piazza di pacifici studenti, non ideologicizzati, democratici, moderni, filoccidentali, mi stupisco che siano scoppiate proprio in Paesi che erano considerati moderati, in buoni rapporti con l’Occidente e che costituivano un argine contro il fondamentalismo.
Può darsi che fossero effettivamente stanchi di essere governati sempre dai soliti noti, ma finché non sarà chiaro da chi si faranno governare, mi sembrava più saggio evitare un coinvolgimento diretto.
Si dice che la guerra a Gheddafi serva a prendere il controllo del petrolio e del gas libici. Può darsi, anzi è probabile, ma allora non vedo perché ci siamo fatti immischiare visto che l’ENI aveva i migliori contratti.
Se davvero la Francia, l’Inghilterra, gli USA, miravano a sostituire le nostre imprese, si dice che siamo stati costretti a intervenire anche noi per salvare i nostri interessi.
Ma davvero speriamo di mantenere in vigore i contratti in questo modo? A che titolo li avrebbero risolti se fossimo rimasti neutrali? E sarebbe davvero cambiato qualcosa?
Se, come dicono in tanti, Francia e USA hanno attaccato solo per scalzare le nostre imprese e fare loro affari in Libia, non vedo perché il nostro appoggio dovrebbe farli desistere da questo proposito. Semmai, li avremmo aiutati a farci le scarpe, lasciandoci qualche contentino per salvare la faccia.
E se, invece, Gheddafi resta in sella? Poco, ma sicuro che è lui il primo a risolverli per vendetta. Se, invece, ci fossimo mantenuti neutrali come ha fatto la Germania, non li avrebbe toccati.
Quindi, se la coalizione caccia il Raiss, speriamo di raccogliere le briciole che ci dovrebbero lasciare, forse, gli americani e i francesi solo perché li abbiamo appoggiati in questa guerra. Se, invece, vince Gheddafi, ci saremo bruciati contratti miliardari. Davvero una bella strategia.
D’altronde, io non sono affatto convinta che Gheddafi mollerà tanto facilmente la presa, né tanto meno che la maggioranza del popolo sia contro di lui. Non vedo chi ci dia tanta sicurezza che i libici vogliano lasciare il noto, che dava loro un certo benessere, per l’ignoto o per una dominazione straniera o, peggio, per un regime fondamentalista.
Tutta questa fretta di attaccare mi sembra dettata proprio dal fatto che Gheddafi stava vincendo sui rivoltosi e la Francia temeva che andasse sprecata questa occasione per farlo fuori.
Se davvero la maggioranza dei libici è con il Rais, allora, non li staremmo liberando, ma attaccando e non ci vedo niente di umanitario o di pacifico in tutto ciò.
Non possiamo ragionare da occidentali, che hanno ormai radicato il concetto di democrazia, e pensare che tutti ragionino allo stesso modo.
Mi si dirà che anche per l’Iraq valeva lo stesso concetto, allora. Può darsi, ma almeno lì di testimonianze di stragi di dissidenti ne avevamo a iosa e qualche motivo in più per dubitare di quanto fosse benvoluto Saddam ce lo avevamo. Dalla Libia io non ricordo grandi notizie di conflitti interni fino a queste rivolte asseritamente spontanee delle ultime settimane. Un po’ poco per giustificare il nostro intervento.
Senza contare, poi, che Saddam minacciava un giorno sì e l’altro pure l’Occidente e non disdegnava certo l’appoggio al terrorismo fondamentalista. L’intervento aveva almeno una giustificazione difensiva e preventiva molto chiara. Lo stesso dicasi per l’Afghanistan.
I rapporti con la Libia, invece, non erano mai stati così buoni come ultimamente, quindi non poteva certo costituire una minaccia per noi contro cui premunirsi. Piuttosto ora ce lo abbiamo fatto diventare noi stessi.
Per non parlare, poi, della ripresa dell’immigrazione. Per la prima volta da anni eravamo riusciti a fermare gli sbarchi, proprio grazie alla collaborazione con Gheddafi.
Ora, non solo gli abbiamo dato la scusa della guerra, ma comunque vada a finire toccherà ricominciare da zero per arginare l’immigrazione.
Non sono cinica quando parlo di scusa della guerra, perché posso capire i profughi libici che scappano da un conflitto, che peraltro noi stiamo contribuendo ad allargare e rendere ancora più pericoloso, ma perché sono a migliaia ad arrivare dagli altri Paesi.
Soprattutto mi spiego poco i tunisini e gli egiziani. Se adesso sono tutti felici e democratici, perché hanno cacciato i cattivi despoti, perché se ne vengono in Italia?
Troppo comodo per francesi e americani lanciare missili e poi lasciarci sul groppone tutti i profughi. Che almeno ci mandino gli aiuti umanitari per sfamarli, se proprio stanno agendo per il loro bene.
E che dire poi degli attacchi terroristici?
Ci siamo forse dimenticati di Ustica, della strage di Bologna, di Lockerbie? Il vecchio leone si era ammansito un po’, ma è stato pur sempre uno dei maggiori finanziatori del terrorismo fino a una ventina d’anni fa. Davvero geniale infilargli una spina nell’unghia per riportarlo ai fasti della gioventù ed indurlo a ricominciare la tecnica che conosce meglio di tutti.
Non temo magari gli attacchi militari diretti perché non ne ha la forza bellica, ma sulla minaccia terroristica non mi sento affatto sicura.
Già questo, vista la vicinanza, mi sembrava un ottimo motivo per non farsi coinvolgere direttamente.
Peraltro, non mi risulta che l’ONU e la NATO ci abbiano chiesto o tanto meno imposto un coinvolgimento diretto. Proprio perché siamo i più vicini, in questi casi è giustificata una neutralità, per evitare le probabili ritorsioni a Paesi praticamente confinanti.
Ma, soprattutto, non si calpestano così i trattati internazionali. Che caspita!
Lo abbiamo firmato poco più di due anni fa e avevamo promesso non solo reciproca non belligeranza, ma soprattutto di non concedere l’uso dei territori per azioni di forza contro l’altro. Io capisco se ci avessero attaccati, ma siamo stati noi ad attaccare loro, anche solo offrendo la disponibilità delle nostre basi.
Possibile che non riusciamo mai a rispettare un trattato?
Già siamo famosi per non aver mai finito una guerra a fianco di quelli che erano i nostri alleati prima del conflitto, ma questo mi sembra davvero troppo.
Non è per la Libia, né per Gheddafi, ma proprio per la nostra credibilità.
I trattati internazionali servono per trarne reciproci vantaggi, ma il loro valore è basato sulla fiducia nel rispetto da parte dei singoli Paesi, su nient’altro.
Stavamo riuscendo a crearci una credibilità internazionale autonoma, abbiamo fatto storcere il naso a parecchi per gli ottimi rapporti instaurati proprio con la Libia e con la Russia, ma ne avevamo tratto grandi vantaggi, soprattutto economici.
Ed è bastata una riunione per buttare tutto alle ortiche. Non solo abbiamo abbandonato al suo destino Gheddafi, ma ci siamo messi in guerra contro di lui. Come se non bastasse dalla Russia hanno già fatto sapere di non gradire l’azione bellica e certo non apprezzeranno il tradimento.
E così nel giro di poche ore ci siamo bruciati quel minimo di credibilità che eravamo riusciti a recuperare.
Ora, se io fossi uno straniero non vedo proprio perché dovrei fidarmi degli italiani.
E questo mi fa male, molto male.

Baci Ba