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sabato 7 maggio 2011

Sul tema Grecia-Dracma l’Euro ne approfitta e corregge | IntermarketAndMore

Sul tema Grecia-Dracma l’Euro ne approfitta e corregge | IntermarketAndMore:


Ieri il nostro Mattacchiuz è stato tra i più veloci nel portare sul web la notizia di un possibile clamoroso abbandono dell’Euro da parte della Grecia e un ritorno alla Dracma.

Der Spiegel è stato sicuramente il giornale che ha lanciato l’allarme sulla nuova Crisi Grecia. E non è un caso che l’allarme arrivi proprrio dalla Germania. Ricordate? Riprendetevi i post sull’esposizione dei vari paesi del PIGS o ancora il post sull’esposizione delle banche tedesche sulla Grecia.
La Germania ha forti interessi nei confronti della Grecia e soprattutto oggi gli interessi sono tutti rivolti verso la ricerca di soluzioni per ovviare al default greco. Ma le soluzioni al momento mancano.
La Grecia nel frattempo ha (ovviamente) smentito la volontà di tornare alla dracma. Ma una cosa non può certo smentire, ovvero che il problema oggi non ha una soluzione plausibile.

May 6 (Reuters) – Finance ministers from Germany,France, Italy and Spain did not discuss Greece leaving the euro zone or the possibility of a Greek debt restructuring during a meeting in Luxembourg on Friday, Eurogroup Chairman Jean-Claude Juncker said.

E come dice giustamente Ed, se questo è solo tutto fumo, vuol dire che però da qualche parte c’è il fuoco….

Qualche giorno fa ho letto un interessante articolo di Harold James sull’argomento. Ve ne cito alcuni stralci:

(…) Oggi, l’implementazione di un piano Brady a livello europeo non garantirebbe le condizioni necessarie per un eventuale successo. Non si sono infatti verificati molti progressi sui vari fronti. C’è senza dubbio molta frustrazione rispetto all’utilizzo di misure austere, mentre non c’è alcuna indicazione reale della sostenibilità a lungo termine degli sforzi di riforma nel sud dell’Europa.
Si è inoltre molto lontani dal risolvere i problemi delle banche europee. Un sistema bancario europeo realmente competitivo sarebbe in grado di dare incentivi alle banche più forti e solide affinché corrano dei rischi maggiori nella speranza di diventare ancora più grandi e stabili. Ma nel periodo successivo alla crisi finanziaria i policymaker si sono concentrati principalmente sui problemi posti dalle banche troppo grandi per fallire. Inoltre, hanno ancora troppo timore di un eventuale collasso delle banche più deboli per impiegare tale soluzione. Il processo di ricapitalizzazione non ha, poi, ancora raggiunto un livello tale da assicurare un’adeguata solidità bancaria.
Infine, l’incertezza globale delle valute è un ostacolo a qualsiasi soluzione. La forza dell’euro, nonostante l’entità delle difficoltà dell’eurozona, rende più difficile la realizzazione di una strategia di recupero. La forza della moneta unica ripercuote le sue problematiche su qualunque altra parte del mondo, ma un cambio di valuta dell’euro che permetta il ritorno della fiducia ed il ripristino della crescita non è poi così fantomatico.
Senza le condizioni che hanno reso possibile l’efficacia del piano Brady (con cui si sono ristrutturati debiti di paesi sudamericani, in passato, ndr), una semplice trasposizione della cancellazione del debito non farebbe altro che aumentare l’incertezza e fomentare il disgusto nei confronti della politica che minaccia già di indebolire l’integrazione europea. Inoltre, vista la sua relativa prosperità, l’Europa potrebbe persino non voler trascorrere i biblici sette anni come si è invece trovata a dover fare la più povera America latina negli anni ‘80. (Source: PS)

Un’analisi tanto lucida quanto valida. Ma come sempre manca la chiave, la soluzione del problema. E manca perché NESSUNO ha soluzioni. Possiamo solo dire che il sostegno dato fino ad ora non sarà sufficiente, e i paesi aderenti all’Unione Europea saranno nuovamente chiamati ad aprire il borsellino.
Euro in discesa libera

E la conseguenza è stata (finalmente un po’ di coerenza) il crollo dell’Euro. Un ritorno in area 1.43 ad un passo dal primo target posto a 1.4217, che rappresenta non solo un target di Fibonacci ma anche un massimo relativo precedente ed una Media Mobile (55 giorni).